Da dentista a società. Ma quanto conviene? Case study

Man mano che le difficoltà economiche aumentano, che la concorrenza di soggetti commerciali organizzati “morde” la pelle dei liberi professionisti, e non solo nell’odontoiatria, in certi casi, per “difendersi” meglio, si può valutare se vale la pena di organizzare la propria attività in forma societaria. Vi sono al momento anche delle spinte in tal senso da parte di associazioni di categoria.

Di solito il primus movens che induce a simili pensieri è l’auspicio di un possibile “risparmio fiscale”, seguito a ruota dalla speranza di riuscire a “salvare” il proprio patrimonio, o almeno una sua parte, se le cose dovessero andare male, se, in altre parole, ci si ritrovasse a un certo punto travolti dai debiti.

Se è l’aspettativa di un vantaggio fiscale quella che spinge il professionista a questo “cambio di pelle”, considerato che si tratta sempre di cambiamenti costosi nell’attuazione e reversibili di solito a caro prezzo, il buon senso suggerisce di valutare prima di muoversi se, rispetto alla propria situazione, ne varrà veramente la pena. Una accurata simulazione, è decisamente cosa più sicura rispetto al prendere per buoni i messaggi semplificatori e puramente propagandistici che circolano anche nel mondo odontoiatrico.

Rivolgersi ad un commercialista è di solito la cosa giusta da fare, in quanto servono valutazioni complesse, tenendo conto non soltanto dell’aspetto fiscale, ma anche di quello contributivo. Inoltre, tali valutazioni si devono condurre considerando che la presenza dei soci (sennò che società sarebbe?) introduce aspetti nuovi e diverse fiscalità da conteggiare se non si trattasse di colleghi odontoiatri.

In questo articolo si vuole presentare un nuovo software che utilizziamo nelle consulenze, eseguibili anche online, finalizzate alle valutazioni di convenienza di cui si sta parlando. Questo software mostra come sarebbe stata la tassazione al netto dei contributi previdenziali, o come sarà, se invece di operare come professionista si fosse operato o si operasse come società, di persone o di capitali, in relazione alla possibile varietà della compagine sociale: tutti dentisti o “mista”, con diverse percentuali di quote di partecipazione. Il software, nella versione “base”, gestisce le simulazioni per società fino a tre soci.

Le simulazioni valgono tanto per le società tra professionisti che per quelle commerciali, in quanto dal punto di vista fiscale e contributivo sono identiche, con l’eccezione del contributo Enpam sullo 0,5% del fatturato odontoiatrico che obbliga solamente le seconde (non considerato nella programmazione del nostro software ma che si può in ogni caso inserire manualmente).

I dati numerici utilizzati per questo articolo sono reali, si tratta dunque di un vero e proprio “case study” tratto da una consulenza prestata dall’autore.

Stimare il flusso di cassa

Iniziamo ad analizzare le funzioni del software. In primo luogo, è possibile, ma non indispensabile, utilizzare un apposito modulo per caricare i propri dati contabili relativi all’anno in corso, ad annualità passate e se si vuole anche alle previsioni future. Il modulo è personalizzabile sulla base delle convenzioni contabili che lo studio utilizza o su quelle del commercialista: in sintesi si tratta dei vari raggruppamenti in cui confluiscono entrate e uscite, o “conti”. Si veda l’esempio:

Per ogni utilizzatore può essere predisposto uno schema personalizzato sulla base della situazione contabile del commercialista. Si noti lo spazio giallo per eseguire previsioni voce per voce, il c.d. business plan, cosa che rende tutto assai più semplice. A destra, selezionando “Cash si o no”, si può avere una stima del flusso di cassa effettivo

Lo scopo di questo particolare modulo è, grazie all’impiego della colonna “Cash” dello schema mostrato nella precedente immagine, di generare uno schema sintetico del flusso di cassa (stima rapida) e consente poi, se lo si desidera, di inserire anche i suoi utilizzi, ottenendo così la variazione finale di liquidità netta dell’annualità considerata. Si veda l’immagine:

La simulazione fiscale e contributiva

L’imponibile fiscale, per il professionista come per la società, ha ben poco però a che fare con il flusso di cassa. L’incidenza delle imposte calcolata sull’imponibile perciò non può essere mai un indicatore del “quanto mi resta in tasca”. Analisi che proponessero quest’ultima conclusione sono perciò errate. L’imponibile fiscale di anni passati si desume dalla dichiarazione dei redditi e dell’Irap, e per l’anno corrente e i futuri da previsioni. Il nostro software, in uno speciale modulo che da qui si presenta, consente di inserire questi valori, e da questi esegue, automaticamente, la “trasformazione” della tassazione da quella del professionista a quella delle società. Attraverso un menù di navigazione ci si sposta nel modulo. Si veda la seguente immagine:

Il menù di navigazione del software

In testa a questo modulo viene riportato in sintesi il risultato della stima dei flussi di cassa se il modulo apposito, già precedentemente illustrato, è stato utilizzato. Si veda immagine:

Il dato sui flussi di cassa è riportato per poter paragonare la tassazione a valori effettivi, monetari, e non a valori fittizi quali sono gli imponibili fiscali. Il “quanto rimane in tasca” dopo le tasse è dato dunque dalla differenza fra il flusso di cassa e gli esborsi fiscali e contributivi, mai dalla differenza di questi ultimi con gli imponibili

Il primo passaggio per eseguire la simulazione “fiscalità del professionista VS società” è quello dell’inserimento in un apposita scheda del software dei dati desunti dalle dichiarazioni fiscali, o da loro previsione, per ottenere subito il calcolo della tassazione Irpef nazionale e locale, dell’Irap e della contribuzione previdenziale, la quale viene scontata dall’imponibile in quanto come è noto è da questo deducibile. Si veda l’immagine (l’utente inserisce i dati necessari solo nelle celle a fondo giallo, gli altri dati sono calcolati dal programma):

Il software calcola automaticamente la fiscalità locale, in quanto programmato per ogni regione e comune. La contribuzione tiene conto delle variazioni della aliquota contributiva Enpam intervenute nel tempo. Il software è già predisposto per l’inserimento degli importi di eventuali “crediti d’imposta”, in ordine alla stima dell’effettivo esborso per motivi fiscali

Ottenuti, istantaneamente, i dati visibili nella precedente immagine, il software esegue un calcolo di analisi percentuale dell’incidenza della fiscalità e contribuzione, prima sugli imponibili e poi sul flusso di cassa (se quest’ultimo è disponibile, per quanto si è detto). Si veda immagine:

Si noti come, nel caso esemplificato, ben si vede la diversa incidenza percentuale della tassazione complessiva sul reddito imponibile e sul flusso di cassa

Giunti a questo punto, si sono ottenute tutte le informazioni che riguardano fiscalità e contribuzione del professionista, dati che ora il programma è in grado di riprogettare in funzione di un ipotetico esercizio in forma societaria anziché professionale. In primo luogo, la simulazione richiede di indicare l’ipotetica compagine sociale. Nel caso qui presentato, il professionista odontoiatra intendeva associare il coniuge “laico” nonché “lavoratore”. Il software presenta allo scopo il seguente modulo:

Il software di simulazione riguarda il caso di soci solo persone fisiche. La versione “base” consente di simulare compagini societarie fino a max tre soci. L’inserimento dei nomi (qui per esemplificare si usano i generici “dottore” e “coniuge” è facoltativo

La prima simulazione eseguita automaticamente dal software riguarda le società di persone, commerciali e tra professionisti. Nell’esempio, non si sono assegnati compensi ai soci, in quanto nella società di persone, tassate per trasparenza, avrebbe poco senso in quanto non muterebbe “di un et” la tassazione. E’ possibile, come si vede, inserire “Eventuali deduzioni dal reddito consentite alle sole società”, se ce ne sono. Si veda l’immagine:

Si noti il calcolo del software: dal reddito di partenza, e dall’imponibile Irap, che sono quelli del professionista, è calcolata prima la tassazione della società e poi, in base alle percentuali di ripartizione degli utili decise dai soci, la rispettiva quota di utile. Quindi il programma, in base agli enti previdenziali scelti, calcola i contributi e li toglie dal reddito assegnato, si giunge così al reddito imponibile fiscale dei soci dovuto alla partecipazione nella società

Il software, e questo vale anche per la simulazione della società di capitali SRL, consente, per quanto riguarda i soci “laici” (non dentisti), di simulare la loro posizione lavorativa rispetto alla società calcolando la contribuzione di ben 10 diverse casse previdenziali (!), in pratica tutti i casi possibili, e precisamente:

Questa ampiezza permette ogni tipo di simulazione rispetto alle varie ipotesi di compagine sociale e di posizione del socio rispetto alla società

La prima simulazione, per le società di persone, termina con uno schema di analisi identico a quello già visto per il professionista:

La somma delle tassazioni dei soci, aggiunta a quella della società di persone, determina la tassazione globale della eventuale “conversione” del professionista in società di persone coinvolgendo un socio (nel nostro esempio il coniuge). Tale somma andrà confrontata con la tassazione del professionista del relativo schema

Si può notare che il coniuge, in qualità di “socio lavoratore”, diventa intestatario di contribuzione INPS, dunque si crea per lui una posizione pensionistica. Inoltre, la ripartizione su due “teste” di un reddito prima in capo al solo professionista, crea il fenomeno dello “splitting” (abbassamento dell’aliquota media dell’Irpef sul reddito totale), che è il principale responsabile del risparmio fiscale che, come si vedrà, il “passaggio” a società di persone consente. Peraltro, rispetto al professionista solo, vi è un aumento di esborso per la contribuzione previdenziale. Si tenga infine presente che nella società di persone il flusso di cassa, a differenza che nella società di capitali, può essere liberamente utilizzato per scopi personali, come avviene per la situazione professionale.

Il software conclude la sua simulazione presentando una tabella riepilogativa identica a quella già vista per il singolo professionista:

Si confrontino queste informazioni con l’analoga tabella del professionista

Veniamo dunque alla simulazione per le società di capitali, e segnatamente per la SRL odontoiatrica, commerciale o tra professionisti che sia. In questa particolare società, la tassazione della società e dei soci è nettamente separata, è dunque possibile “spostare” reddito dalla società ai soci e viceversa, cosa che se ben dosata può consentire una programmazione della tassazione e della contribuzione più efficiente rispetto alla società di persone e alla libera professione. Un software come quello qui in presentazione, è l’unico strumento davvero funzionale per testare le migliori soluzioni possibili. Simuleremo quindi: per il dottore l’assegnazione di un compenso annuale da lui fatturato per €. 45.000, per il coniuge un emolumento annuale come amministratore di €. 12.000. Si veda il risultato per quanto riguarda la tassazione Ires e Irap della società:

Si noti che il programma calcola la deduzione dei contributi del coniuge portandoli in riduzione del reddito sociale usato per la simulazione

Il software passa ora, sempre automaticamente e istantaneamente, alla simulazione degli imponibili personali dei soci della SRL derivanti dall’attività prestata per la società, in base alle rispettive percentuali di partecipazione agli utili e alle perdite. Si veda immagine:

Si sono mantenute le stesse percentuali di ripartizione dell’utile che nel caso già visto della società di persone. Si è ipotizzato che i soci prelevino la metà degli utili della SRL. Il programma calcola i contributi dovuti dai soci sia per quanto riguarda gli emolumenti da loro percepiti per servizi resi alla società, che per la loro quota di partecipazione agli utili. Le due contribuzioni così calcolate sono complessivamente deducibili dai rispettivi redditi fiscali

Il passaggio finale, anche per la simulazione fiscale del “passaggio” da professionista a SRL, riguarda la tassazione dei soci della società. Si veda l’immagine:

La somma delle tassazioni dei soci, aggiunta a quella della SRL, determina la tassazione globale della eventuale “conversione” del professionista in società di capitali coinvolgendo un socio (nel nostro esempio il coniuge). Tale somma andrà confrontata con la tassazione del professionista e quella della società di persone dei relativi schemi

Per la SRL valgono le stesse considerazioni che si sono proposte precedentemente per la società di persone.

Anche per la società di capitali SRL odontoiatrica il nostro software presenta la tabella finale per la sommatoria di tassazione e contribuzione, inclusiva delle analisi percentuali della loro incidenza rispetto al reddito professionale imponibile di partenza e rispetto al flusso di cassa. Si veda l’immagine:

Si confrontino queste informazioni con le due analoghe tabelle precedentemente proposte per il singolo professionista e per il caso della società di persone

La fase finale del lavoro di questo nuovo software di simulazione rispetto al passato, al presente e al futuro del confronto fra la tassazione del dentista libero professionista e quella delle varie forme societarie, tra professionisti o commerciali che siano, è una tabella di confronto dei vari esborsi per tasse e contributi che le tre diverse modalità di organizzazione offrono:

La tassazione e la contribuzione riferite alle società comprendono anche quella dei loro soci

La tabella finale mostra che il risultato di risparmio quando da professionista si passa a società, nel caso qui esemplificato di due soci, si ottiene sulla tassazione complessiva, calcolata al netto dei contributi previdenziali, Irpef, Irap e Ires. Tali risparmi non sembrano dipendere da legislazione più favorevole, ma dal fatto che ripartendo un imponibile fiscale su più “teste” si attenua la progressività dell’Irpef. Occorre inoltre tenere presente, per quanto riguarda la società di capitali, che a differenza della professione e della società di persone, la liquidità sociale non è liberamente disponibile, nella SRL, per impieghi personali dei soci, se non attraverso il prelievo dell’utile che però va tassato, e si può pertanto ritenere che quanto “rimane in tasca” ai due soci di SRL qui simulati, come si può agevolmente ricostruire dalle tabelle, è meno rispetto alle altre due configurazioni. E’ vero invece che, nel caso esemplificato, con le società si ottiene la creazione di una posizione pensionistica per il coniuge, cosa che nella professione singola non sarebbe possibile.

Il software esemplificato è utilizzato nelle consulenze “studio di fattibilità” prestate dal Dottor Bortolini. Anche online, in tempi rapidissimi sarà possibile, per chi è interessato al “passaggio a società”, ottenere delle stampe delle simulazioni costruite sui suoi progetti, desideri e possibilità. Con l’aiuto di un professionista esperto, si potrà, grazie a questo software, immaginare e testare con precisione le possibili diverse configurazioni societarie, fiscali e contributive. Per informazioni 0498962688

“Effetto Covid” nello studio dentistico. Misuralo con Excel!

L’effetto della riduzione delle attività per i noti motivi, si è fatto ovviamente sentire anche presso gli studi dentistici. Si comincia ora a “fare la conta dei danni”.

Si va a guardare quanto si era “prodotto” nel 2019 e lo si confronta con il 2020. Molti dentisti, ed è logico, misurano le variazioni in percentuale. Fa sempre effetto ed è una valida spiegazione dei fatti. Però non guasta di sicuro trasformare la percentuale in giorni e mesi.

Mi spiego. Un conto è dirsi (e magari dire ai colleghi nei social) che: “quest’anno, per il Covid, ho prodotto il 25% in meno”. Altro è invece formulare la stessa misurazione ma in termini di tempo: “quest’anno, per il Covid è come se avessi lavorato un mese e mezzo di meno”. Il linguaggio, le stesse parole, come si sa, hanno effetto sui pensieri, sulle sensazioni. Perfino sulle emozioni! E magari per qualcuno ragionare in mesi, o giorni, invece che in percentuale, risulta più chiaro e chissà che non saltino fuori dei migliori pensieri per affrontare le cose.

Da adesso in poi, questo articolo si rivolge ai “precisi”, a quelli che non hanno timore dei numeri, e dunque utilizzano Excel, o altro “foglio elettronico”, per gestire la loro vita economica e non solo. Si può infatti, con poco sforzo, creare un foglio di calcolo che a partire dai dati dello studio faccia capire com’è la situazione. Vediamo come.

Dati necessari

“Fatturato”: gli incassi degli stessi periodi del 2019 e del 2020;

“Produzione”: il valore delle prestazioni eseguite negli stessi periodi del 2019 e del 2020.

Domanda: perché Bortolini ci dice di guardare anche alla produzione e non solo agli incassi? Risposta: ma perché, cari dentisti, se non la si smette di guardare solo agli incassi e non al valore prodotto, la vostra analisi sarebbe, parafrasando il Vate, “mutilata”. Infatti, parte degli incassi del 2020 potrebbero essere riferiti a periodi “pre-Covid”, quindi non rispecchiare del tutto la reale situazione. Invece la “produzione”, nel giudicare la situazione economica presente e dell’attuale futuro, non mente mai.

Il foglio Excel (o di altro foglio elettronico, ma Excel è meglio)

Passo 1: Procurarsi i dati necessari, dai sistemi in uso in studio. Con un minimo di pratica si tratta di dati che si possono prelevare direttamente, come foglio Excel, dai vostri gestionali, aggiornati in tempo reale;

Passo 2: Creare in un foglio Excel vuoto il seguente schema (o simile, dipende dai gusti):

La data del giorno dell’analisi “post-lockdown” ovviamente sarà quella del giorno, o altra a vostro piacere.

Passo 3: Riportare nello schema da voi creato i dati necessari (N.B.: per vedere bene le immagini, clicca sul titolo di questo articolo):

ANALIZZACOVID2

Passo 4: inserire nelle altre celle del foglio elettronico le necessarie formule:

ANALIZZACOVID3

(tutti sanno che le lettere e i numeri corrispondono a celle del foglio di lavoro, Ça va sans dire);

Passo 5: contemplare il risultato:

ANALIZZACOVID4

Allora. Uno può dire: “a fine lockdown avevo perso ben il 40% della produzione. Un po’ meglio è andata con gli incassi.”. Ma anche:”Dal punto di vista della produzione, è stato come se avessi lavorato quasi due mesi in meno, da quello degli incassi un mese e mezzo”.

Continuando a far parlare il dentista appassionato di Excel: “Per fortuna a oggi sono in pieno recupero, infatti dal punto di vista della produzione ho recuperato mezzo mese di lavoro, e spero entro fine anno di avere recuperato tutto!”.

Evviva Excel. Buona estate

Già che ci sei, vedi anche:

I rapidi conti del dentista forfetario

Odontoiatria Riparte: le Decisioni sui Prezzi Da Chiedere. Corso Online

Costo orario dello studio dentistico (5^ e ultima puntata): la trasformazione “magica” del denaro in tempo

Rendimento dello studio dentistico: un caso di successo grazie ad una vera informatica gestionale

Presento un’elaborazione dei dati di uno studio dentistico mio cliente (è l’immagine visibile al fondo dell’articolo). Per “mio cliente”, s’intenda questo: i titolari dello studio, dottore e moglie, quarantenni, hanno partecipato ai corsi organizzati da Odontoline.it, prima quello di una giornata, poi i due pratici nei quali hanno ricevuto i software Excel da me programmati per la gestione quotidiana della contabilità interna, della fiscalità e dei ricavi e costi delle operazioni cliniche. Finito il periodo di assistenza compreso nelle quote dei due corsi pratici, i titolari hanno continuato con me un rapporto a pagamento, che include un’attività di revisione dei loro dati. Tutto questo ha avuto inizio nel novembre 2013. Lo studio è un monoprofessionale con due poltrone sito nel Nord Ovest Italia. Il dottore esegue tutte le prestazioni, incluse quelle di igiene e profilassi, mentre per l’ortodonzia si avvale di un collega consulente.

Come è noto a chi ha un po’ di preparazione informatica e ha un po’ riflettuto sulla gestione del suo studio, la maggior parte dei gestionali odontoiatrici “del commercio” è da ritenersi parecchio carente sul piano amministrativo e del controllo di gestione. Ad avviso di chi scrive, non si può comunque pretendere più di tanto da questi programmi “universalistici”, i quali riescono in ogni caso a fornire validi e necessari supporti al dentista, quali la documentazione clinica, la scrittura automatizzata di testi, la contabilità del singolo paziente e, cosa assai importante e complessa da gestire con l’informatica, la fatturazione delle prestazioni. Per amministrare lo studio, cioè per sapere come davvero stanno andando le cose, e come stanno per andare, servono dei programmi specialistici, da inserirsi fra il “gestionale” e l’opera del commercialista, che ne rimangano però del tutto indipendenti e ulteriori. Uscire da questo schema facendo delle commistioni, da ritenersi innaturali, fra le funzioni e le procedure dei tre sistemi amministrativi appena menzionati, porterà inevitabilmente a non avere il necessario controllo della situazione, a non sapere bene cosa fare per i prezzi, gli acquisti, le spese, le tasse.

Tornando al nostro “caso”, questo studio ha recepito il messaggio che da tempo sto inviando ai dentisti: occuparsi in prima persona del controllo economico e dell’amministrazione. E con il necessario impegno. Ogni tentativo di negazione o ridimensionamento di questo principio, si è dimostrato fallimentare. Certo che se un dentista, come nel caso che sto presentando, ha la fortuna di avere il coniuge disponibile, o comunque può affidare queste attività a un alter ego, allora può continuare a pensare solo all’odontoiatria. Altrimenti no. Ho visto dentisti che, venuti ai miei corsi e ricevuti i programmi, hanno pensato di delegare a un normale dipendente la gestione del sistema. Non hanno ottenuto risultati. Al più, si può delegare qualche parte dell’inserimento dati negli studi grandi, ma ricontrollandone l’esecuzione, perché, si ricordi, nessun dipendente può (e nemmeno deve!) essere tanto interessato ai conti dello studio quanto lo è il titolare. Torniamo adesso davvero al “caso”. La prima “mossa” è stata quella di assumere in capo ai titolari ogni responsabilità di gestione e rendicontazione dei dati amministrativi, e di rapporto con i fornitori, revocandola all’assistente da tempo delegata, che la svolgeva usando la “prima nota” del gestionale, passando ai software specialistici. L’anno dopo, il 2014, gli incassi sono aumentati di circa 70 mila Euro a parità di produzione eseguita. Perché è successo? Al di la delle spiegazioni puntuali, che comunque i software ben mostrano, è proprio “l’occhio del padrone” che, in questo caso, ingrassa non il cavallo ma la borsa. L’imponibile fiscale del 2014 è ovviamente aumentato, di circa 30 mila Euro, e quello del 2015 in formazione sarà dell’ordine dei 110 mila Euro. Nel 2012 era meno di 50 mila. Al 1/1/14 lo studio aveva nei suoi conti circa 40 mila Euro, oggi, mentre scrivo, ne ha 127 mila.

E cosa ne avranno fatto, questi titolari, dei miei software per la misura del “Rendimento”? Li hanno usati con scrupolo e continuità, ottenendo le informazioni utili per prendere decisioni in sicurezza: riorganizzare il lavoro, chiedere di più per le prestazioni, eliminare le attività in perdita, rivedere i rapporti con il consulente, iniziare un nuovo leasing e tante altre meno appariscenti ma certamente, come si vedrà, portatrici di guadagni. Oggi, con il software da me programmato e in uso in questo studio, è stata generata, in qualche minuto, questa tabella Pivot, che meglio di ogni parola spiega perché questo studio ha ora più soldi in banca. Ricordo che: il rendimento è il guadagno, e non dipende da entrate e uscite; l’imponibile fiscale non mostra quanto guadagni, ma al più approssima il flusso di cassa; il guadagno dell’attività dipende dalla somma algebrica dei guadagni e delle inevitabili perdite di tutte le prestazioni che si eseguono. Faccio infine presente che, se uno studio non ha un margine di guadagno sulle pure operazioni (cioè al lordo di prelievi personali e imposte) di almeno il 40%, si indebita. La tabella mostra il risultato economico dei primi cinque mesi dell’anno, distinto per categoria di prestazioni (la Pivot può far vedere, solo “toccando” i quadratini con il +, i risultati delle singole prestazioni delle varie categorie), che include le imposte (per il 2015 sono “caricati” 40 mila Euro di tasse annuali). Gli importi del rendimento alla riga “Totale”, sono quindi quelli utilizzabili per se stessi. Cliccare sulla seguente immagine per osservare la tabella Pivot:

 Pivot_5_2015

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