Il conto del dentista: come farlo “digerire” meglio al paziente

Come sempre, dal Forum “Gestione dello studio” di Odontoline.it. di cui sono moderatore, arrivano interessanti elementi di riflessione. Un recentissimo topic verte sulla questione della “vestizione” della fattura, in base ad una percezione per cui farla con delle voci troppo sintetiche, il nome della prestazione, avrebbe meno impatto sul paziente che farla con delle voci “esplose”, le fasi di lavoro della prestazione. L’idea, grossolanamente, è che più voci si mettono nella fattura più questa possa sembrare meno “pesante” e dunque più accettabile al paziente. Le opinioni, ovviamente, sono molto diverse, c’è chi dice si e chi no. Per quanto mi riguarda, ho postato, fra gli altri, il seguente intervento:

“E’ bene sapere che per quanto riguarda le fatture non esiste molta libertà “fiscale” rispetto alle voci utilizzabili, anzi. Per capirsi, se in una fattura venissero scritte voci del tipo “Tempo del dottore” o “Costo dei materiali”, e forse anche quelle voci iperdettagliate, in caso di controllo fiscale questo potrebbe portare a problemi, e le regole sulla fatturazione sono piuttosto rognose.

La fattura in pratica conviene farla in modo conforme alle varie specifiche che ADE ha nel tempo rese note. Informo con l’occasione che di questo darò ampio conto nel corso del 6/10 a Roma, come si può vedere nel rinnovato programma: Programma Gestione Roma.

Detto questo, per cambiare, si spera in meglio, la percezione del “conto del dentista” del paziente, bisognerà dunque lavorare su documenti diversi dalla fattura, probabilmente i “preventivi” o similari.

Quando io penso a quella che chiamo “Innovazione nella tariffazione”, penso principalmente a due cose: 1) il rapporto fra i prezzi delle varie prestazioni; 2) il contenuto della tariffa. La prima cosa, significa domandarsi se, tanto per capirsi, anzichè proporre l’otturazione a 100 e la corona a 900, non sia meglio dare la prima a 300 e la seconda a 700.

La seconda cosa significa comunicare, invece del prezzo complessivo di una prestazione (che mi sembra essere l’argomento principale di questo topic), le sue “componenti”, per sensibilizzare il paziente rispetto al reale valore di quanto gli si fa. Un esempio, ma non sarà l’unico, di questo approccio potrebbe essere suddividere la prestazione in: 1) prestazione professionale vera e propria (il compenso del dentista per la sua opera); 2) rimborso spese per i materiali e la protesi; 3) rimborso costi di studio (personale e c. fissi in genere); 4) rimborso spese di assicurazione (il concetto si potrebbe estendere anche ai rifacimenti); 5) rimborso spese per la sicurezza della seduta (decontaminazione, sicurezza elettrica ecc.). “.

11 Risposte

  1. Otturazione 200 euro

    oppure:

    Applicazione di diga ed isolamento del campo operatorio
    Rimozione accurata del tessuto carioso e della dentina contaminata
    Medicazione, detersione e preparazione della cavità
    Otturazione e ripristino anatomico della corona
    Lucidatura e controllo occlusale

    200 euro

    Sono la stessa cosa?

    Ciao Germano

    • Ma perchè non ti piace la mia seconda idea? (e nemmeno la prima, mi pare)

      • Io ho risposto così perché è quello che posso fare già ora con Dento.
        La seconda mi piace, bisogna ricondurre tutto al costo al minuto e richiederebbe un po’ di lavoro (tanto lavoro), dubito siano molti gli studi in grado di farlo ma penso che raggiungerebbe bene lo scopo di sensibilizzare i pazienti.

      • Secondo me il lavoro da fare potrebbe essere ridotto adottando degli standard, inoltre una fatturazione di quel tipo potrebbe aiutare anche nelle fasi di contrattazione. Perchè non fai qualche prova?

  2. Per me fare qualche prova vuol dire impostare sempre una procedura nel programma, ho diversi bug da risolvere, non ti so dire quando riuscirò.
    Devo dire che sottoponendo alle mie assistenti la tua idea è piaciuta, domani ne parlo con la socia e poi con il programmatore.
    Se mi dai il permesso, naturalmente citandoti come padre dell’idea, sottoporrei il quesito anche sul mio blog e su dental forum, tu fallo su OdontoLine.

    • Hai tutti i permessi che ti servono. vai!

      • Caro Paolo su Dental forum le risposte che hanno dato i colleghi dimostrano che neanche hanno capito il quesito che gli è stato posto!
        Dire che non hanno capito un cazzo è poco!
        Non mi meraviglio, frequentando i dentisti è la regola, te ne sarai già accorto.
        Sono incistati nelle loro abitudini, non se ne accorgono nemmeno poi si lamentano di come vanno le cose senza volerle cambiare.
        Di mio, come ti ho detto, quando avrò finito di mettere a posto un bel po’ di cose che non vanno nel programma dovute ad un passaggio ad una nefasta nuova versione di FileMaker proverò ad impostare una procedura.

        Germano

  3. Ciao Paolo, e ciao Germano (è un pò che non ci si sente, eh ? ) Vi dico il mio modestissimo parere: secondo me ci andiamo a complicare ancor di più la vita (lavorativa). io credo che quello di cui abbiamo estremo bisogno sia una semplificazione, a complicarci le cose basta l’ Agenzia delle Entrate!

  4. Beh diciamo che ero un po’ arrabbiato e la diplomazia non è il mio forte!
    Sorry Paolo

  5. Conoscere il costo complessivo oppure avere una lista di “giustificazione” dell’ammontare è sicuramente diverso soprattuto nella percezione del cliente che probabilemente può anche influenzare l’eventuale passaparola con altre persone.
    Certo non tutti i programmi per fatture supportano queste caratteristi.
    Proprio per parlare dei milgioramenti e di sponsorizzare questi software ho aperto un blog che trovate in firma

  6. […] il suo articolo completo qui […]

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