Pagheremo molte meno tasse (nel 2023)?

Al termine di un webinar organizzato dall’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Padova, cui ho partecipato in quanto a quell’Ordine sono iscritto, tema la prevista RIFORMA TRIBUTARIA, vedi immagine di questo post, che tutti attendiamo con trepidazione, ho avuto la soddisfazione di vedere apprezzata da parte dei Relatori la mia seguente tesi, riguardante l’IRPEF:

ESENTARE DA IMPOSTA la parte di reddito corrispondente alla spesa annua mensile media per la tipologia di nucleo familiare, la condizione professionale della persona di riferimento della famiglia, il comune di residenza, se si vive in affitto o in proprietà.

Tale dato, la spesa annuale media, è stimato a giugno di ogni anno dall’ISTAT, quindi da un organo dello Stato. Per dare un’idea, una famiglia di due persone con due figli, in media nazionale, nel 2019 ha una spesa annuale stimata per vivere (casa, alimentari, istruzione, salute ecc.) pari a 39.903,84, somma che, secondo la mia idea di riforma, dovrebbe essere del tutto esente da tassazione nel coacervo dei redditi familiari.

Se il coacervo supera quella cifra, sull’eccesso si pagano tasse in modo progressivo, come per il patrimonio (esclusa l’abitazione, si ipotizzano aliquote progressive in base al suo ammontare a valori di mercato fra lo 0,2% e il 3%).

Altre questioni offerte dai Relatori, in previsione dell’insediamento della Commissione di studio della Riforma (se tutto fila se ne parla per il 2023, con la nuova legislatura):  

  • se si toglie l’Irap, deve aumentare l’Ires, e anche di 10 punti %;
  • le imprese minori (a mio “naso” potrebbero essere quelle con fatturati fino a poco più di 5 milioni) dovrebbero vedere una tassazione “catastizzata” in base a strumenti tipo studi di settore, con eliminazione di ogni altro adempimento burocratico;
  • addio all’aliquota piatta per Ires, anche le imprese sono da tassare con aliquote progressive in base al reddito e con un occhio anche al fatturato;
  • per l’Irpef, appunto un’esenzione di base universale, su cui si è innestata la mia tesi, che ho presentato all’inizio di questo post.

  Come si dice: chi vivrà vedrà, sperando che il punto di domanda che si legge sul titolo di questo post possa sparire!

La “lente” del MEF sull’Odontoiatria. Parte 3^: chi paga più tasse, i dentisti o le società?

IMMAGINE PER DATI MEF 3

[DENTISTI E TASSE]

Di Paolo Bortolini *

In questa terza parte del mio contributo alla interpretazione dei dati MEF, presento un’elaborazione riferita agli IMPONIBILI FISCALI NAZIONALI dichiarati dalle tre forme giuridiche (dentisti liberi professionisti, studi associati, società di persone e di capitali) con cui viene esercitata in Italia l’attività degli studi odontoiatrici di cui al codice ATECO 86.23.00.

Da 13 anni nel sito del MEF (Ministero dell’economia), si pubblica annualmente una sintesi dei dati che ricava dalle dichiarazioni dei redditi cui sono abbinati gli “studi di settore”. Per quanto riguarda l’Odontoiatria, si tratta delle dichiarazioni cui è abbinato lo studio di settore per l’attività 86.23.00. Tali dati sono suddivisi fra tre “forme giuridiche” di esercizio:

  • le “Persone fisiche” (PF), quindi l’insieme dei professionisti inquadrati fiscalmente nel lavoro autonomo, che pagano l’Irpef;
  • le “Società di persone” (SP), forma che comprende al suo interno sia gli studi associati, inquadrati fiscalmente come lavoro autonomo, sia le s.a.s e le s.n.c., “commerciali” e “tra professionisti” inquadrate fiscalmente come imprese, i cui associati e i cui soci pagano l’Irpef “per trasparenza”;
  • infine le società di capitali (SC), in grandissima parte s.r.l., “commerciali” e “tra professionisti”.

Altre note ed “avvertenze” per l’interpretazione di questi dati, li si può leggere qui.

Per leggere la Prima parte (quanti sono i dentisti?): clicca –> qui;

Per leggere la Seconda parte (quanto dichiarano di fatturare i dentisti?): clicca –> qui.

 

TERZA PARTE

Occorre premettere che gli “imponibili” sono le grandezze sulle quali si applica la tassazione IRPEF, IRES e IRAP, oltre che, quando rilevante, la contribuzione ENPAM. Per quanto riguarda quest’ultima, è bene tenere presente che gli imponibili delle statistiche MEF, sono “lordi” da contribuzione ENPAM, che come è noto è deducibile dagli stessi. Così, se l’imponibile medio del dentista libero professionista è, in base ai dati MEF, 52.000 €., al netto del contributo ENPAM, di circa 8.000 €., il dentista sarà tassato su 44.000 €.

Un’ altra premessa, molto importante, è che si deve stare bene attenti a non confondere gli imponibili fiscali con il reddito annuale “reale”, detto in soldoni, “con ciò che rimane in tasca”. Non è così. Gli imponibili sono grandezze “fiscali”, di tipo legale, che nella stragrandissima maggioranza dei casi nulla hanno a che vedere con la reale redditività dell’attività e con la sua liquidità.

Le elaborazioni che presento qui sono dunque da leggersi, parafrasando l’art. 53 Cost.,  come il peso del “contributo alla spesa pubblica” che le tre forme di esercizio dell’odontoiatria rispettivamente sostengono. Diciamo pure la loro “capacità contributiva”.

Vediamo intanto i numeri assoluti:

ASSOLUTI

Per ogni annualità, il TOT rappresenta l’imponibile tassabile con le varie imposte, proveniente dal lavoro degli studi dentistici italiani.

Gli stessi identici dati annuali, in forma di grafico “a colonne”:

colonne ass

Si noti come la forma giuridica SP (studi associati e società di persone commerciali), risulti stabilissima nel periodo. Così come, in assoluto, i liberi professionisti crescono mentre le società di capitali, pur mostrando notevole dinamismo, rappresentano piccole percentuali del contributo alla fiscalità nazionale. Nell’andamento mostrato occorre comunque tenere presente che si tratta di valori monetari assoluti, non deflazionati.

Infine, presento i dati sempre in forma tabellare, però ricalcolati in percentuale del totale annuale, cosa a mio avviso più significativa della precedente per quanto riguarda le possibili interpretazioni (si noti la “tenuta stagna” della forma SP):

PERCENTGIMPO

* dottore commercialista, consulente e formatore per la gestione delle attività economiche in odontoiatria. Tel. 0498962688. Clicca per –> le consulenze. Clicca per–> i corsi.

 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: