I 6 PRINCIPI DEL “CONTABILE ODONTOIATRICO”

Pubblico un pensiero sulla tenuta della contabilità. Non pretendo ovviamente di imporlo, è una mia riflessione, una sorta di “zibaldone di pensieri contabili”, penso più indicata agli studi di non grande dimensione, grazie per i commenti se ci saranno.

Principio nr. 1 della contabilità odontoiatrica – Al contadin non far sapere…

Alcune informazioni amministrative sull’attività non dovrebbero essere note ai dipendenti, in particolare: saldo dei conti bancari; ammontare dei debiti; ammontare e motivo dei prelievi personali da parte del titolare; la eventuale presenza di elementi che possono rivelare lo stato di crisi dell’attività.

Dal punto di vista organizzativo e del buon andamento dell’attività, tali riserve sono motivate dall’intento di non inserire elementi che possano disturbare l’ordinaria prestazione del dipendente, facendo sorgere in lui o lei dei sentimenti di critica, invidia, rivalsa qualora potesse sentirsi discriminato o svantaggiato vedendo come il titolare utilizza i fondi per fini personali.

In presenza di stati di crisi, anche solo temuti, il dipendente che lo venisse a sapere verrebbe caricato di problemi che non fanno parte della natura del rapporto di dipendenza, potendo creare atteggiamenti ansiosi e in definitiva rischiando di turbare la relazione contrattuale con il datore di lavoro.

Si tenga presente che il dipendente vede comunque come vanno le cose, osservando la quantità di appuntamenti, gli incassi, l’atteggiamento dei fornitori verso l’attività, il tenore di vita del titolare e altre manifestazioni che riguardano l’impiego del denaro prodotto dall’attività, anche dalla sua. La disponibilità di informazioni più dettagliate, come quelle indicate, potrebbe rafforzare il dipendente nel formulare dei giudizi negativi sul titolare, a confrontare quanto guadagna lui con ciò che spende il datore di lavoro sentendosi sfruttato, a tirare delle conclusioni e a prendere iniziative, con i clienti, i fornitori, anche con i colleghi del titolare, che non gli spetterebbero. In pratica, la diffusione di informazioni che andrebbero invece considerate riservate al titolare ne può mettere in discussione la leadership e indurre o aumentare la conflittualità in studio.

Si tenga anche presente che l’eventuale messa a disposizione di certe informazioni va rapportato all’inquadramento (livello) del dipendente. Si tenga anche presente che il possesso delle informazioni indicate non sembra compatibile con le competenze delle c.d. “Aso” in riferimento alla lettera D) della descrizione del processo di lavoro e alla competenza nr. 4 come indicate nell’accordo per il profilo professionale della figura del 7 ottobre 2021.

Perciò, al dipendente è accettabile e sicuro far gestire: incassi e fatturazione; una piccola contabilità di cassa contanti e delle marche da bollo; gli ordini e il magazzino. Con riserve: il ricevimento e il controllo delle fatture dei fornitori; l’aggiornamento dello scadenziario dei pagamenti al fine della preparazione di liste da consegnare al titolare, che provvederà personalmente all’esecuzione degli stessi; la previsione delle entrate. Se delegato ai versamenti in banca di contanti e assegni, si dovrà fare in modo che non possa venire a conoscenza dei saldi dei conti e dei movimenti. Non dovrà poter accedere all’home banking e visionare gli estratti conto bancari e delle carte di pagamento in uso al titolare.

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