In Internet si leggono articoli e post, alcuni pubblicizzati nei Social, secondo i quali chi opera come professionista, o come ditta individuale, si dovrebbe scapicollare a mutare stato, trasformandosi in società. E non in una società “qualsiasi”, ma in una S.r.l. commerciale (la società a “responsabilità limitata”, che può essere anche “monosocio”). Lo scopo, secondo queste fonti, sarebbe che, in questo modo, si pagherebbero meno tasse.
A dire il vero, le fonti di questi annunci non sono però molto numerose. Chiunque abbia la capacità usare un motore di ricerca, può scoprire che quelli che “spingono” l’idea che “fare la srl” sia (e che questo passaggio sia come “bere un bicchier d’acqua”, mentre può essere perfino una “discesa agli inferi” se mal progettata), di per se, sufficiente per pagare meno tasse rispetto all’esercizio di un’attività in forma individuale sono, e non scherzo, verificare please, attorno al numero delle dita delle mani (le referenze possono essere tante, ma chi c’è davvero “dietro” sono pochissimi).
E ci sarà pure un motivo per cui i latori di questo messianico messaggio sono così pochi! O no? Se la cosa fosse “davvero vera”, non pensate che le attività svolte in forma individuale sarebbero già da un pezzo sparite dalla circolazione?
Lo scopo di chi lancia questi messaggi, spendendo molti soldi per pubblicizzarli, non è per nulla “rivelarvi il segreto per pagare meno tasse”, che se esistesse davvero questi sarebbero miliardari, ma solo ed esclusivamente vendervi subito qualcosa: corsi, libri o consulenza. Infatti, non si tratta quasi mai di “sapienti” rispetto all’argomento in questione, fra questi strange few ho trovato finora un solo commercialista, che però non si presenta come tale anzi, fa intendere che lo è stato ma ora non più. Gli altri si definiscono “imprenditori”, e poi c’è qualche giornalista. Diciamo che per chi vuole vendere qualcosa, promettere di far risparmiare sulle tasse, è oggi come confezionare messaggi pubblicitari con immagini di donne o uomini nudi, o di Venezia, con cui notoriamente si riesce a “vendere di tutto”, perché si punta “alla pancia”. Ma qui si parla di soldi, di regole, di calcoli, non di bistecche.
Nonostante ciò, queste “sirene” si fanno sentire con la pubblicità, e attirano persone che acquistano i loro prodotti e servizi. E il perché è semplice da capire: le difficoltà economiche che tante persone sperimentano, anche quelle che “una volta” erano più fortunate: il bisogno, la paura di non farcela, allentano lo spirito critico inducendo ad abbandonare la razionalità. Si spera nei miracoli, nella soluzione che “viene da fuori” e quando questa è cara, perché le “parcelle” di questi signori sono spesso assai salate, in perfetta logica consumistica all’inizio ci si illude che avendo pagato tanto di sicuro si risolveranno i problemi. Purtroppo, quando ci si accorge dopo un po’ che non è così, se non si capisce bene come stanno le cose, non resterà che “aumentare la dose”. Aggiungiamo poi che si fa tutto di fretta, si leggono i post nei telefonini, che sono piccoli e si fatica a leggere bene e quindi a capire bene, con l’aggravante che non si tratta di questioni proprio “potabili” per chi non ha già una specifica preparazione, e ciao, la poca chiarezza la fa da sovrana.
Purtroppo, il messaggio lanciato da queste fonti, e cioè che solo perché si “passa” da ditta individuale, o da professionista, a srl si risparmiano tasse, non corrisponde a realtà. Non solo è probabile che avvenga il contrario, si pensi anche, ma non solo, al recentissimo revirement del Parlamento sulla tassazione dei dividendi, che farà si che la tassazione complessiva del reddito delle srl sarà superiore al 43% (assisteremo per questo a una prossima “fuga dall’Ires“?). Ma ci saranno nuove spese, fra cui quasi certamente contributi Inps che prima non si pagavano, nuovi adempimenti e una burocrazia “che ci vuole il fisico” per reggerla. Secondo, me, e parlo in particolare per i professionisti e gli studi associati, che ben conosco a causa della mia professione, abbandonare il “paradiso” della fiscalità semplificata del lavoro autonomo per passare a quella dell’impresa in forma di società di capitali, è cosa da ben ponderare, valutando molto bene costi e benefici, pro, contro e tutti i risvolti dell’operazione che, attenzione, non sono mai gli stessi per tutti. E con l’indispensabile aiuto di un professionista qualificato, io sono disponibile.
Un ragionamento semplice, di puro buon senso, dovrebbe davvero far pensare a chiunque che le società, in genere, e non solo le srl, non possono essere dei “paradisi fiscali fai da te”, dove entrare e uscire liberamente. Si tratta invece di strumenti giuridici ed economici creati per poter meglio portare avanti progetti imprenditoriali complessi (ma ci devono essere già prima di fare la società!), i quali per essere attuati richiedono capitali che il singolo non ha, e perciò li deve trovare (è per questo che si chiamano “società di capitali”), o se li ha non li vuole rischiare, o quando si vuole coinvolgere una o più persone capaci, motivandole con la proprietà, seppure in quota, del business, e in tanti altri casi, sempre però di stretta matrice progettual-imprenditoriale. Non “per pagare meno tasse”. Quell’auspicabile risultato, se ci sarà, verrà come il frutto di una buona capacità amministrativa, della tenuta di un’ottima contabilità, della capacità di fare previsioni, dell’intuito imprenditoriale e commerciale che animerà il capo della società. Tutte cose che dovrebbero preesistere alla costituzione della società, o essere subito dopo implementate (e che produrrebbero lo stesso effetto anche nel caso di una ditta individuale). Epperò queste non sono cose, capacità, alla portata di tutti, se non “ci nasci”, con queste stimmate, le devi cercare e ci vuole tempo e denaro. E non è sempre detto che ci riesci, perché non tutti sono “tagliati”. Magari sei bravo finché sei un professionista “normale”, ma “imprenditore” no. E queste cose, non bisognerebbe dirle con sincerità? Invece no, the message is: “Srl funziona sempre!”
Oltretutto, se “pagare meno tasse” fosse l’unicissima motivazione per cui si diventa società, meglio conoscere l’articolo 10 bis della legge 27 luglio 2000 nr. 212, nota come “Statuto del contribuente”. L’articolo in questione sanziona il cosiddetto “abuso del diritto”, con le seguenti parole:
“1. Configurano abuso del diritto una o più operazioni prive di sostanza economica che, pur nel rispetto formale delle norme fiscali, realizzano essenzialmente vantaggi fiscali indebiti. Tali operazioni non sono opponibili all’amministrazione finanziaria, che ne disconosce i vantaggi determinando i tributi sulla base delle norme e dei principi elusi e tenuto conto di quanto versato dal contribuente per effetto di dette operazioni.
Ai fini del comma 1 si considerano:
- a) operazioni prive di sostanza economica i fatti, gli atti e i contratti, anche tra loro collegati, inidonei a produrre effetti significativi diversi dai vantaggi fiscali. …….omissis…..”
Ora, saputo cosa dice la legge, propagandare corsi, libri e consulenze nei quali si tenta di indurre le persone a “trasformarsi in srl” in base solo al messaggio: “Per pagare meno tasse”, non è forse una gran pensata. Mettiamo che un piccolo professionista, putacaso un dentista, dall’oggi al domani, senza che nulla cambi nella sostanza del suo modus operandi, si “trasforma” in srl solo con lo scopo di risparmiare tasse, e “L’Agenzia” riuscisse a dimostrarlo, e non sarà magari facile, ma neanche impossibile visto che è già successo, potrebbe vedersi contestare l’“abuso del diritto”, e vedersi ricondurre i redditi prima trionfalmente “passati” alla srl di nuovo a lui come persona fisica. Ed è già capitato. E il bello è che, per quanto abbiamo sostenuto in un precedente articolo, gli potrebbe pure convenire perché magari come persona fisica avrà una tassazione più bassa di quella della srl!
Voglio essere ben chiaro su un punto: io non sono per nulla contrario alle società, per nulla. Ma sono anche a favore del diritto del pubblico a ricevere un’informazione fiscale corretta e veritiera, e questo non accade a causa di troppi “post” che girano su Internet, e lo dico da tecnico, visto che sono un dottore commercialista, e come me la pensa la stragrandissima maggioranza dei miei colleghi, e in generale degli “addetti ai lavori” (veri) del fisco. Qui si tratta di portare questi temi, quelli fiscali, quelli delle società, dall’approssimazione, e perfino dalle inesattezze, che si vedono spesso su Internet alla realtà dei fatti, dei numeri e delle regole giuridiche.
Invece che diffondere messaggi puramente propagandistici, chi ha esperienze dirette della gestione del suo lavoro passando dall’individuale alla società, dovrebbe raccontare delle sue “best practices”, dei miglioramenti che è riuscito ad ottenere nella qualità del lavoro, nelle relazioni interne ed esterne, nella produttività, negli utili (più che nei “fatturati”). E perché tali risultati, senza la costituzione della società, non si sarebbero potuti altrimenti ottenere. Ma se così è stato, di sicuro non lo farà: un vero bravo manager, evita di attirare nel suo business nuovi concorrenti facendogli conoscere i motivi e i “segreti” del suo successo. Almeno finché gli funziona. E’ questo il management che si impara nelle aule delle facoltà universitarie di economia, quando le si hanno frequentate.
Best. Paolo Bortolini
Si veda anche:E’ ora di fare più chiarezza sulla tassazione del dentista socio di s.r.l.
Si veda anche: SRL IN ODONTOIATRIA, ILLAZIONI VENDUTE COME VERITA’: “Si paga il 24% di tasse invece del 43% del dentista”
Filed under: Fisco | Tagged: ciarlatani fiscali online, srl odontoiatrica |
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