
Mentre mi preparavo il caffè, questa mattina, ho iniziato la giornata lavorativa, non so perché, pensando alla diffusione dei sistemi di incasso basati sulla “cessione del credito”, conosciuti con vari nomi commerciali. Pensando appunto a questi nuovi e diffusi sistemi di prendere i soldi, mi è subito venuto in mente che personalmente, e vedendo il loro costo nelle contabilità dei miei clienti, li trovo carissimi.
La cosa, come credo sia noto a tutti, funziona così: al momento del pagamento di una fattura il paziente del dentista, attraverso il POS dello studio, si stipula fra il dentista e la finanziaria un contratto, di solito di cessione del credito che il dentista vanta per le prestazioni rese a quel paziente, per visualizzare in modo più semplice la cosa, il dentista “vende la fattura” alla finanziaria, la quale manda subito i soldi al dentista. L’importo ricevuto sarà ovviamente da decurtare delle commissioni e interessi a favore della finanziaria.
l paziente pagherà a rate alla finanziaria solo quanto avrebbe dovuto dare subito al dentista e scritto in fattura. Molto comodo indubbiamente.
Tutti contenti, ma il costo dell’operazione cade tutto sul dentista, e può facilmente raggiungere la doppia cifra percentuale. Ora, sempre mentre mi preparavo il caffè, riflettevo e ancora pensavo che in certi casi quel costo dell’operazione potrebbe nullificare il margine economico delle prestazioni rese e fatturate, o decurtarlo talmente tanto da renderlo insufficiente per sostenere le necessità dell’attività.
Infatti, e questo è il succo di quanto sto scrivendo, se è vero e comprensibile che, come dicono dalle mie parti, per “stroppare busi”, cioè per pagare le spese a fine mese servono i soldi, se è vero, come si dice in giro per il mondo, che “cash is the king”, per cui l’importante è incassare quanto si fattura e il resto non conta, non serve però aver preso una laurea in economia aziendale, come la mia, ma basta il diploma di ragioneria, o la saggezza dello zio Toni che nella vita ha sempre fatto il commerciante e che più o meno tutti abbiamo in famiglia, per sapere che se dalle operazioni che effettui non ottieni un margine decente, ed oggi con i costi in crescita la cosa non è per nulla scontata, prima o poi porterai “i libri in tribunale”, cioè fallirai.
Se per incassare subito alla ricerca della liquidità “a tutti i costi” cedi troppi crediti, o fai troppi finanziamenti “a tasso zero” dove il costo della rateazione lo assorbi tu, sostenendo tutti i costi finanziari del caso, potresti deprimere il tuo margine a tal punto da non riuscire più nel medio-lungo periodo a pagare i debiti che più o meno tutti hanno, e infine anche le spese correnti che riuscivi a “tamponare” con gli incassi dalle finanziarie.
Nella realtà, infatti, mi capita di vedere situazioni nelle quali ad un eccesso di incassi tramite finanziaria, con i costi a carico dello studio, si associano conti bancari scarsi se non perfino “in rosso”. Nonostante questi metodi di farsi pagare siano comodi, pratici e veloci, possono dunque diventare controproducenti se il loro costo abbassa troppo il margine, problema centrale della gestione dello studio dentistico in questo momento, che dipende in gran parte dai prezzi che si riesce a praticare, ed è su questo aspetto che la gestione si dovrebbe sempre di più concentrare.
Filed under: Dati&analisi |
Lascia un commento